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Premio

Città di Civitavecchia

Con il patrocinio di

Edizione 2022

Un premio dedicato alla cultura e al giornalismo in particolare, convinti che nella capacità di raccontare sensibilità, sentimenti e alternative visioni del mondo, risieda la risorsa principale per opporsi al conformismo di massa e alla banalizzazione del vissuto, non di rado veicolato dai nuovi media.

La cultura, in tutte le sue variegate modalità, rappresenta un antidoto privilegiato a simili derive.

Quest’anno la premiazione avverrà nel modo seguente:

  • Per il giornalismo, la giuria deciderà di premiare il/la giornalista che, a suo giudizio, si è particolarmente distinto/a nell’anno in corso.
  • Per la poesia la stessa giuria, previa una selezione realizzata da una commissione cittadina, premierà la migliore opera di poesia pubblicata da una donna negli anni 2021/2022.

Non c’è quindi bando. Ciò è anche dovuto ai tempi con cui si è operato per realizzare la prima edizione del premio nell’anno della morte sia di Scalfari che della Frabotta.

La prossima edizione manterrà per il giornalismo le stesse caratteristiche, mentre per l’altra sezione che sarà presto definita nel genere e nel tema, sarà pubblicato un bando con la possibilità di partecipare per tutti coloro che possiedono i requisiti richiesti dal regolamento che renderemo pubblico.

Premio

Il giornalista dell'anno

La giuria giudicherà il/la giornalista dell’anno a cui sarà assegnato il Premio Eugenio Scalfari – Città di Civitavecchia alla sua prima edizione.

VINCITORE

Francesca Mannocchi

Premio

Poesie di donne

In ricordo di Biancamaria Frabotta sarà premiata la poetessa autrice della migliore opera poetica negli anni 2021/2022.

VINCITORE

Antonella Anedda

Menzione Speciale

Migliore articolo su Eugenio Scalfari

Una menzione speciale per il migliore articolo su Eugenio Scalfari dopo la sua morte.

VINCITORE

Luciana Castellina

Teatro Traiano di Civitavecchia

Mercoledì 14 Dicembre 2022 ore 17.30

Ingresso libero

La Giuria

Presidente di Giuria

Ezio Mauro

Ezio Mauro è un giornalista italiano. È stato direttore del quotidiano La Stampa dal 1992 al 1996 e direttore del quotidiano la Repubblica dal 1996 al 2016.
Entra nel mondo della carta stampata nel 1972 collaborando con la Gazzetta del Popolo di Torino, occupandosi soprattutto del terrorismo nero degli anni di piombo. Proprio a causa dei suoi articoli sul terrorismo viene pedinato a lungo dal brigatista rosso Patrizio Peci. Nel 1981 passa a La Stampa di cui è inviato speciale e responsabile della politica interna. Dal 1988 lavora per la Repubblica come corrispondente da Mosca.
“Di recente è uscito -L'anno del fascismo-1922. Cronaca della Marcia di Roma”
Per tre anni racconta la grande trasformazione della perestrojka, viaggiando nelle repubbliche dell'Unione Sovietica. Il 26 giugno del 1990 torna a La Stampa assumendo l'incarico prima di condirettore, poi di direttore (dal 5 settembre 1992).

Il 6 maggio 1996 sostituisce il fondatore Eugenio Scalfari alla guida de la Repubblica. L'esordio di Mauro alla direzione del quotidiano romano è caratterizzato da un infortunio giornalistico: il 30 maggio 1996 viene infatti annunciata e commentata la vittoria di Shimon Peres alle elezioni israeliane, quando ancora lo spoglio non è terminato. Alla fine risulterà vincitore Benjamin Netanyahu.

È considerato uno fra le personalità più critiche verso Silvio Berlusconi e i suoi governi. Dal 14 maggio 2009 al 6 novembre 2009[2] su la Repubblica pubblica quotidianamente dieci domande rivolte da Giuseppe D'Avanzo all'allora Presidente del Consiglio, Berlusconi, sulla sua politica di governo, i suoi affari privati e la sua morale.

Giudice

Concita De Gregorio

Giornalista e scrittrice italiana (n. Pisa 1963). Laureatasi in Scienze politiche, ha iniziato la carriera giornalistica in Toscana, lavorando per diverse testate locali. Dopo otto anni come giornalista de Il Tirreno, nel 1990 è entrata nella redazione de La Repubblica per la sezione cronaca e politica interna. Dal 2008 al 2011 è stata direttrice del quotidiano L’Unità. Ha all’attivo diverse pubblicazioni, tra cui: Non lavate questo sangue (2002), Una madre lo sa (2007), Un paese senza tempo (2010), Così è la vita (2011), Io vi maledico (2013), Un giorno sull'isola (2014), Mi sa che fuori è primavera (2015), Cosa pensano le ragazze (2016) e Non chiedermi quando (2016). Dal 2013 al 2016 ha condotto su RaiTre il programma di letteratura e cultura Pane quotidiano e dal 2016 al 2018 sulla stessa rete Fuori Roma. Nel 2017 la scrittrice ha girato con E. Calabria il docufilm Lievito madre, in cui sono raccolte interviste a donne, celebri e non, del Novecento; è stata edita nello stesso anno l'antologia fotografica Chi sono io? Autoritratti, identità, reputazione, viaggio nell'identità femminile dall'Ottocento a oggi, mentre sono del 2019 Nella notte, narrazione in forma romanzata della recente storia italiana, e il romanzo di formazione In tempo di guerra. Conduttrice dal 2021 su La7 con D. Parenzo del talk show di attualità e politica In onda, nello stesso anno ha pubblicato il testo Lettera a una ragazza del futuro.
Giudice

Dacia Maraini

Dacia Paola Maraini è una scrittrice, poetessa e saggista italiana.
Nasce a Firenze nel 1936, primogenita dell'antropologo, orientalista e scrittore fiorentino Fosco Maraini e della pittrice e gallerista palermitana Topazia Alliata, appartenente per parte materna al ramo siciliano dell'antico casato pisano degli Alliata, ovverosia gli Alliata di Salaparuta. Il nonno paterno della futura scrittrice fu lo scultore e critico d'arte romano d'origini ticinesi e genovesi Antonio Maraini (1886-1963), deputato del Partito Nazionale Fascista dal 1934 al 1939, nonché stretto collaboratore del gerarca Achille Starace e principale fautore delle politiche artistico-culturali del regime fascista, mentre la nonna paterna fu la scrittrice inglese, nata nell'allora Ungheria asburgica e d'origini in parte polacche, Yoï Crosse (1877-1944); il nonno materno fu il gastronomo Enrico Maria Alliata di Villafranca (1879-1946), proprietario della rinomata azienda vinicola Corvo ed ultimo signore delle antiche cantine di Casteldaccia, mentre la nonna materna fu Oria Maria Amelia "Sonia" Ortúzar Ovalle de Olivares (1892-1981), una cantante lirica, che però non poté esordire, figlia d'un diplomatico cileno.

Maraini trascorse l'infanzia in Giappone, dove i genitori si erano stabiliti nel 1939, e dove nacquero le sue sorelle Yuki e Antonella, detta Toni. A seguito della caduta del fascismo e susseguente dichiarazione dell'armistizio di Cassibile nel 1943, con cui dunque l'Italia spezzava i suoi legami con l'Asse, la famiglia venne internata in un campo di concentramento dalle autorità giapponesi, dove patì la fame.

Soltanto nel 1945 la famiglia riuscì a rientrare in Italia, stabilendosi dapprima in Sicilia, presso la tenuta dei nonni materni, Villa Valguarnera di Bagheria, ed in seguito a Roma. Dopodiché il padre Fosco, da solo, volle tornarsene a Firenze. Questi anni sono raccontati dalla stessa Maraini nel suo romanzo Bagheria:

«Conoscevo troppo bene le arroganze e le crudeltà della Mafia che sono state proprio le grandi famiglie aristocratiche siciliane a nutrire e a far prosperare perché facessero giustizia per conto loro presso i contadini Io non ne volevo sapere di loro. Mi erano estranei, sconosciuti. Li avevo ripudiati per sempre già da quando avevo nove anni ed ero tornata dal Giappone affamata, poverissima, con la cugina morte ancora acquattata nel fondo degli occhi. Io stavo dalla parte di mio padre che aveva dato un calcio alle sciocchezze di quei principi arroganti rifiutando una contea che pure gli spettava in quanto marito della figlia maggiore del duca che non lasciava eredi. Lui aveva preso per mano mia madre e se l'era portata a Fiesole a fare la fame, lontana dalle beghe di una famiglia impettita e ansiosa. E invece eccoli lì, mi sono cascati addosso tutti assieme, con un rumore di vecchie ossa, nel momento in cui ho deciso, dopo anni e anni di rinvii e di rifiuti, di parlare della Sicilia. Non di una Sicilia immaginaria, di una Sicilia letteraria, sognata, mitizzata.»

I temi caratteristici della sua produzione (la condizione storica e sociale della donna, l'infanzia, il riscatto politico dei reietti e dei disadattati, l'alienazione e frustrazione femminili nella società contemporanea), le hanno fatto privilegiare uno stile chiaro e realistico, con un forte interesse anche per il versante della documentazione. Autrice poliedrica, si è segnalata inizialmente con il romanzo L'età del malessere (1963). Ha scritto in seguito numerose opere narrative: Memorie di una ladra (1972); Donna in guerra (1975); Isolina (1985); La lunga vita di Marianna Ucrìa (1990, premio Campiello 1990); Bagheria (1993); Un clandestino a bordo (1993); Voci (1994), premio internazionale Flaiano; Dolce per sé (1997); il volume di racconti Buio (1999); La nave per Kobe (2001); i romanzi Colomba (2004). Nel 2007 ha pubblicato Il gioco dell'universo, in cui rilegge gli scritti del padre ricostruendone il percorso intellettuale ed esistenziale, e Passi affrettati, dedicato al tema della violenza sulle donne, dal quale l'anno successivo è stato tratto lo spettacolo, da lei scritto e diretto, messo in scena in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne; al 2008 è datato anche Il treno dell'ultima notte, in cui seguendo la vicenda privata della protagonista si ripercorrono alcuni dei momenti più tragici della storia del Novecento. Tra le opere successive occorre ancora citare: La ragazza di via Maqueda (2009), in cui si intrecciano le storie di personaggi emblema di una generazione formatasi dopo la seconda guerra mondiale, con le loro illusioni e delusioni, emblema di un'Italia in fermento; la raccolta di scritti di viaggio La seduzione dell'altrove (2010), che propone al contempo un percorso critico tra le contraddizioni e gli egoismi della società italiana; La grande festa (2011), sofferta indagine onirica sul valore del ricordo. È inoltre autrice di saggi (Storia di Piera, 1980, in collab. con P. Degli Esposti; Amata scrittura, 2000), raccolte di versi (Viaggiando con passo di volpe, 1991; Se amando troppo, 1998), opere teatrali (Il ricatto a teatro e altre commedie, 1970; Dialogo di una prostituta con un suo cliente, 1978; Stravaganza, 1987; Veronica, meretrice e scrittora, 1992; Fare teatro: 1966-2000, 2000, che raccoglie gran parte della sua opera teatrale) e sceneggiature, oltre che regista cinematografica e teatrale. Nel 2012 è stata insignita del premio Fondazione Campiello alla carriera; nello stesso anno ha pubblicato la favola a fumetti La notte dei giocattoli, illustrata da D. Bonomo, e il libro di racconti L'amore rubato. Tra le sue opere più recenti vanno segnalati la biografia Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza (2013), i romanzi La bambina e il sognatore (2015) e Tre donne (2017), il testo autobiografico Corpo felice. Storie di donne, rivoluzioni e un figlio che se ne va (2018), il libro di fiabe per l'infanzia Onda Marina e il Drago Spento (con E. Murrali, 2019), entrambi nel 2020 il romanzo storico Trio e il saggio Il cammino delle donne (con C. Valentini), nel 2021, La scuola ci salverà e, con G. Varisco e S. Cappelletto, Sui generis, e Caro Pier Paolo (2022), un libro di memorie in forma di lettere in ricordo dell’amico P.P. Pasolini.

Giudice

Loredana Lipperini

Loredana Lipperini è una giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica italiana.

Scrittrice, giornalista, conduttrice radiofonica, dal 1990 scrive sulle pagine culturali de La Repubblica ed è fra i conduttori di Fahrenheit su Radio Tre. In precedenza ha diretto giovanissima l'agenzia di stampa Notizie Radicali ed è stata fra le prime voci di Radio Radicale, passando poi a Radio Rai, per la quale ha condotto numerosi programmi trattanti musica classica e attualità. Come giornalista ha collaborato, negli anni, a riviste e quotidiani come Sipario, Pianotime, Il Giornale della Musica, l'Unità, Il Secolo XIX, Il Venerdì, L'Espresso.

Dal 2014 è direttrice artistica del Festival letterario "Gita al faro" a Ventotene e dal 2016 del festival invernale a Macerata "I giorni della merla" insieme a Lucia Tancredi. Fa parte del gruppo di consulenti editoriali di Nicola Lagioia, direttore artistico del Salone del Libro di Torino. Dal 2015 tiene un corso di letteratura fantastica alla Scuola Holden di Torino e, fino al 2018, presso Bottega Finzioni di Bologna: oltre a cicli di lezioni on line, ha firmato la prefazione di "On writing" di Stephen King e ha curato l'antologia di racconti "Il Bazar dei brutti sogni". Nel 2021 ha curato anche un'antologia di racconti fantastici, "Le scrittrici della notte" (Il Saggiatore) che include i testi di autrici italiane che possono rientrare nella definizione di gotico.

Dal 2004 ha un blog che si chiama Lipperatura, ospitato sul portale Kataweb.it, dove pubblica recensioni, interviste, e commenti principalmente relativi a nuove uscite editoriali, su temi legati al mercato e alle manifestazioni librarie, a produzioni trans-mediali e a questioni di genere e di attualità.

Dal 2007 al 2008 ha fatto parte della giuria del Best of Show, il premio ludico assegnato ogni anno da Lucca Games. È anche stata nella giuria del Premio Letterario Pinuccio Tatarella Città di Bari, del Premio Arte di parole, del premio Pozzale Luigi Russo[6], del premio Procida Isola di Arturo Elsa Morante, del premio Mondello 2016, del Premio Scerbanenco. Attualmente è nella giuria del premio Biella Letteratura e Industria, del premio Lattes Grinzane, ed è fra gli Amici della Domenica del Premio Strega.

Per la televisione ha condotto Confini su Rai 3 e una rubrica fissa su L'altra edicola di Rai 2. Come autrice ha firmato la sigla finale della prima edizione di Pinocchio di Gad Lerner su Rai 1, è stata consulente di Milleunteatro (sempre per Rai 1), ha scritto le due serie del programma di scienza per ragazzi Hit Science , la striscia settimanale Mammeinblog e ha scritto con Raffaella Carrà, Sergio Japino e Caterina Manganella Il gran concerto, in onda su Rai 3.

Giudice

Maria Grazia Calandrone

Maria Grazia Calandrone è una poetessa, scrittrice, drammaturga, artista visiva, autrice e conduttrice radiofonica italiana.

Vive a Roma e dal 2010 tiene a battesimo poeti esordienti, ritenuti meritevoli di pubblicazione, per la rivista internazionale Poesia, nella rubrica di inediti Cantiere Poesia. Scrive sul quotidiano il manifesto e su la 27ora del Corriere della Sera.

Dal 2010 scrive e conduce programmi culturali per Rai Radio 3.

Ha collaborato con Unomattina Poesia (Rai 1), con Rai Cultura e Cult Book (Rai 3).

Collabora da anni con l'attrice Sonia Bergamasco, per la quale ha composto i monologhi: La scimmia bianca dei miracoli e Pochi avvenimenti, felicità assoluta, lavoro dedicato alla memoria d'amore tra Robert e Clara Schumann e trasmesso in diretta dal Quirinale.

Inviata dall'Istituto giapponese di cultura di Roma nelle città di Tokyo e Kyoto per il Premio Haiku in Italia, si innamora dell'essenzialità e dell'eleganza della cultura giapponese e ne traduce le istanze nella propria poesia.

La sua poesia è tradotta in molte lingue, tra le quali lo spagnolo e il francese.

Esordisce nel 1994 con la silloge Illustrazioni, premio Eugenio Montale per l'inedito. Nel 1998 ottiene la pubblicazione-premio (Premio Nazionale Nuove Scrittrici) di Pietra di paragone, volume dedicato alla figura del padre Giacomo Calandrone, combattente volontario nella guerra civile di Spagna e deputato comunista, nonché autore di saggi storici e politici.

L'attenzione per gli eventi storici (dalla guerra di trincea ai disastri di Hiroshima e Babi-Yar, agli eccidi di Guernica, Marzabotto e Sant'Anna di Stazzema) e sociali ("Maria Grazia Calandrone, che sa spaziare dalla cronaca della Thyssen all'epicedio classico": Valerio Magrelli su la Repubblica, 23.2.11) rappresenta una costante nell'opera poetica di Maria Grazia Calandrone, che alterna lo sguardo collettivo a quello privato, mantenendo in entrambi i casi il desiderio etico di pronunciarsi a nome di un "corale umano".

Anche La scimmia randagia, sebbene "interamente dedicato" alla nascita del figlio Arturo, è libro cosmogonico con il quale Maria Grazia Calandrone vince il Premio Pasolini Opera Prima. Il medesimo intento "corale" si riscontra in Come per mezzo di una briglia ardente, variazione sul tema della "tremenda semplicità della morte" (materna) e ne La macchina responsabile, testo dove l'autrice si interroga sulla responsabilità individuale nelle stragi di massa, ovvero sulla natura e sulla distribuzione del male e sulla scelta che ogni essere umano è quotidianamente necessitato a compiere.

Nel 2010 pubblica Sulla bocca di tutti, opera vincitrice del Premio Napoli. In un articolo pubblicato su Il Venerdì di Repubblica, Enzo Golino rintraccia in essa la “forza simbolica dell'elemento primordiale che unisce l'amore e il dolore più estremi”. Il volume esamina il punto di non-ritorno dell'Occidente, universalmente assunto nell'emblema del crollo delle Torri Gemelle, ancora a contrasto con la privata e gioiosa rifondazione del mondo avvenuta con la nascita della figlia Anna. Segue, sempre nel 2010, Atto di vita nascente, rielaborazione memoriale dell'amore nascente.

Il primo romanzo di Calandrone viene pubblicato nel 2011 per Luca Sossella: L'infinito mélo, una prosa onirico-visionaria che segue inconsciamente le tappe del Viaggio del sole notturno, testo iniziatico egizio, accompagnata da Vivavox, cd di sue letture dei propri testi, tra i quali compare Alla compassione di tutti[8], cronaca del suicidio della madre naturale, Lucia Galante. La tragica decisione della madre viene impiegata dall'autrice per dimostrare come pregiudizi e tabù possano arrivare a condannare a morte un'innocente. Senza rabbia e con lucidità estrema, Maria Grazia Calandrone interpreta il suicidio della propria madre come un omicidio sociale.

Nella quarta sezione de La vita chiara, dedicata all'Aria, la poetessa assume nelle proprie parole la lezione di levità di Fryderyk Chopin ("nulla sia noto di noi che il sorriso") e il duro compito della sublimazione amorosa di Teresa d'Avila. Una seconda prosa, Salvare Caino, sul tema del superamento del trauma da narcisismo nella relazione d'amore, accostata a un dipinto di Antonio López García, verrà pubblicata nel 2014 da Donzelli Editore nell'antologia di racconti figurativi Nell'occhio di chi guarda.

Il progresso interiore, e dunque poetico, verso l'inno di gioia, continua con Serie fossile (rosa del Premio Viareggio[9] e premi Tassoni e Marazza), opera nella quale Maria Grazia Calandrone canta a voce spiegata l'amore assoluto, che diventa esperienza di “amore dirompente” e anticonvenzionale “per il creato”, condotta con toni lirici ed elegiaci, ma anche scientifici e farseschi – come osserva Aldo Nove nella sua recensione sul rotocalco Donna Moderna, mentre Daniela Attanasio su il manifesto scrive che "Il corpo descritto viene evocato, in una sorta di adorante preghiera pagana, come esemplare primigenio della specie, figura che incarna la completezza della natura femminile".

Segue Gli Scomparsi – storie da Chi l'ha visto?, opera vincitrice del Premio Dessì, ispirata all’omonima trasmissione televisiva e interamente dedicata alle storie degli altri. «E proprio nella compassione (molte volte ribadita e nei contesti più differenti, quasi fosse una benigna ossessione), si svela una forte capacità di immedesimazione, mirabile ad esempio nella straziante suite sullo sterminio nei campi nazisti.» continua Nicola Bultrini su Il Tempo a proposito de Il bene morale, un libro dalla parte delle vittime, ma anche libro di gioia, sul gramsciano ottimismo della volontà. Nel 2019 Calandrone pubblica infatti Giardino della gioia, con Arnoldo Mondadori Editore. Come scrive Concita De Gregorio sul settimanale «D» di La Repubblica (quotidiano), Giardino della gioia, «è una cosa che fa stare bene ogni giorno».

"Immagina che vedremo" è la poesia che ha scritto nel 2020 per il libro "#COVID19" di Fausto D'Agostino e Mario Pappagallo.

Nel 2021 Calandrone pubblica il romanzo bestseller Splendi come vita (Ponte alle Grazie), dedicato alla madre naturale Lucia (originaria di Palata, e morta suicida col marito dopo averla abbandonata sul Tevere) e alla madre adottiva Consolazione, semifinalista al Premio Strega 2021. L'anno dopo rilascia l'ideale seguito Dove non mi hai portata (Einaudi) dove ricostruisce tra realtà e romanzo la vita di Lucia.

Giudice

Curzio Maltese

Curzio Maltese è un giornalista, scrittore, politico e autore televisivo italiano, dal 2014 al 2019 europarlamentare per la lista L'Altra Europa con Tsipras.

È nato a Milano e cresciuto a Sesto San Giovanni, fratello della giornalista sportiva della Rai, Cinzia Maltese, precocemente scomparsa nel 2002. Dopo un periodo tra fabbrica e radio libere si è dedicato al giornalismo.

Ha iniziato occupandosi di sport e cronaca per i quotidiani La Notte, La Gazzetta dello Sport e La Stampa. Per il quotidiano torinese inizia a occuparsi di commenti politici, oltre che di cinema e teatro. Dal 1995 al 2021 è editorialista per il quotidiano la Repubblica. Dal 1996 al 2021 ha curato la rubrica Contromano sul settimanale Il Venerdì di Repubblica. Dal febbraio 2022 è editorialista per il quotidiano Domani.

Nel 2014 si è candidato alle elezioni europee come capolista nella circoscrizione del nord-ovest italiano per L'Altra Europa con Tsipras a sostegno della Coalizione della Sinistra Radicale per Alexīs Tsipras come Presidente della Commissione europea, ottenendo 31.980 preferenze. Pur risultando il primo dei non eletti della sua lista è entrato nel parlamento europeo grazie alla rinuncia di Moni Ovadia, già preventivata pubblicamente.

Come autore televisivo ha collaborato con Corrado Guzzanti nella realizzazione del programma cult Il caso Scafroglia. Ha inoltre collaborato con altri autori, come Maurizio Crozza ed Enrico Bertolino.

Ha ideato e scritto due documentari, rispettivamente su Renzo Piano e Paolo Conte, per Canal+ Italia.

Giudice

Corrado Augias

Augias, Corrado. - Giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano (n. Roma 1935). Attivo nel movimento dell’avanguardia romana sin dai primi anni Sessanta, è stato inviato speciale per L’Espresso, La Repubblica e Panorama (da Parigi e New York). È autore teatrale (l’ultimo lavoro è Leopardi e l’Italia, 2011) e televisivo (si ricordano Telefono giallo, Babele, Enigma e Le storie, diario italiano programmi condotti dallo stesso A.) e ha all’attivo numerose pubblicazioni, tra cui la trilogia composta da Quel treno da Vienna (1981), Il fazzoletto azzurro (1983) e L’ultima primavera (1985), il romanzo giallo Quella mattina di luglio (1995), i saggi I segreti di Parigi (1996), I segreti del Vaticano (2010), Disputa su Dio e dintorni (2010), Il disagio della libertà (2012), I segreti d'Italia (2012), Il paese in vendita. Società segrete, corruttori e faccendieri nell'Italia della Grande Guerra (2013), Inchiesta su Maria (con M. Vannini, 2013), Tra Cesare e Dio (2014), Le ultime diciotto ore di Gesù (2015), I segreti di Istanbul (2016) Questa nostra Italia. Luoghi del cuore e della memoria (2017, premio Pavese 2018), Racconti parigini (2018), Il grande romanzo dei Vangeli (2019), tutti nel 2020 Breviario per un confuso presente, Modigliani, l'ultimo romantico e il libro per bambini Guarda! (con F. Frisarei e M. Suber), e La fine di Roma. Trionfo del cristianesimo, morte dell'impero (2022). Nel 2014 ha pubblicato anche il romanzo Il lato oscuro del cuore. A. cura la rubrica La mia Babele sul supplemento settimanale Il Venerdì di Repubblica (La Repubblica) e ha condotto Visionari e Quante storie su Rai tre. Alla guida dal 2018 sulla stessa rete di Città segrete, nel 2021 vi ha debuttato con il programma di approfondimento Rebus e l'anno successivo con La gioia della musica. Nel 2015 gli è stato conferito il Premio Hemingway per la letteratura e nel 2022 il Premio Chiara alla carriera.
Giudice

Bruno Manfellotto

Figlio del giornalista del Corriere della Sera Rosario Manfellotto, dopo le prime collaborazioni con riviste di cinema entra nel quotidiano pomeridiano Paese Sera.

Negli anni ottanta passa al settimanale Panorama, dove tratta temi economici e politici. Di questa testata ha diretto prima la redazione di Roma e poi quella centrale, sotto la direzione di Claudio Rinaldi.

È successivamente vicedirettore de l'Espresso (dal 1992 per cinque anni), direttore della Gazzetta di Mantova e quindi del quotidiano livornese Il Tirreno.

Nel 2003 pubblica il saggio S-profondo nord: viaggio nella Padania che non ti aspetti, un'indagine sugli aspetti negativi e poco noti del nord Italia.

Dal 12 agosto 2010 al 9 ottobre 2014 è stato direttore de l'Espresso. Attualmente è editorialista de L'Espresso e de Il Piccolo.

Giudice

Nicola Porro

Nicola R. Porro (Civitavecchia, Roma, 1948) è professore ordinario di Sociologia in quiescenza e membro permanente dell’Accademia Olimpica Italiana. Ha insegnato Sociologia generale, Sociologia politica e Sociologia dello sport nelle università di Roma La Sapienza, LUISS, L’Aquila, Cassino e Lazio meridionale. Dal 1995 al 1998 è stato membro dell’Extended Board dell’Isa (International Association for the Sociology of Sport) e poi segretario del Research Group 54 (Body and Social Sciences). Dal 1998 al 2005 ha presieduto l’Unione Italiana Sport Per tutti (UISP). Dal 2010 al 2012 è stato presidente della European Association for the Sociology of Sport (EASS). È autore di numerose pubblicazioni dedicate alla sociologia politica, alle culture dell’identità e alla metodologia della ricerca sociale. Ha tenuto corsi, seminari e comunicazioni convegnistiche in sedi universitarie italiane e internazionali. Fra il 2002 e il 2004 è stato consigliere nazionale del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro). Dal 2021 è condirettore della rivista “La Critica sociologica” fondata da Franco Ferrarotti. Negli anni Ottanta ha collaborato all’attività dell’emittente Trc (Teleradio Civitavecchia) in qualità di direttore dei servizi giornalistici.

Consegna dei premi

All’evento conclusivo della consegna dei Premi hanno assicurato la partecipazione le figlie di Scalfari, Donata ed Enrica

Gallery

Scopri la foto gallery completa dell’edizione 2022 del premio Eugenio Scalfari Città di Civitavecchia.

Grandi emozioni un una giornata dedicata alla cultura con la “C” maiuscola.

Spazio Libero Blog, Blue in the Face e Bool Face ringraziano tutti i partecipanti, i giudici, i collaboratori e tutti coloro che hanno permesso lo svolgimento di questo fantastico evento.

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