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Premiate le tre vincitrici: Castellina, Anedda e Mannocchi

Traiano gremito per la prima edizione del “Premio Eugenio Scalfari-Città di Civitavecchia”. Tanti nomi del giornalismo e della cultura italiana per una serata dedicata ad un grande personaggio italiano, nato a Civitavecchia, un maestro e un intellettuale a tutto tondo. Sono state tre le vincitrici per il concorso organizzato da SpazioLiberoBlog, Blue in the Face e Book Faces.

Si tratta di Luciana Castellina, miglior articolo su Scalfari, Antonella Anedda per la sezione Poesie di donne e Francesca Mannocchi, sezione giornalismo 2022. I lavori sono stati selezionati da una giuria d’eccezione composta da Dacia Maraini, Corrado Augias, Loredana Lipperini, Maria Grazia Calandrone, Bruno Manfellotto, Concita De Gregorio, Curzio Maltese e, a rappresentare le associazioni promotrici, Nicola R. Porro.

Calandrone ha parlato delle motivazioni che hanno guidato la giuria nella scelta: «Per quello che riguarda Anedda è il fatto che la sua poesia si pone in una posizione laterale rispetto all’esistenza. Per quello che riguarda Mannocchi è il lavoro straordinario che sta facendo come inviata di guerra e come scrittrice. Per Castellina, invece, il fatto che abbia raccontato un pezzo di storia italiana raccontando di Scalfari e la loro lunga amicizia».

Gino Saladini, che ha presentato la serata, ha aggiunto: «Un onore. Scalfari è stata una delle persone più importanti della storia del giornalismo del ’900 e anche di questo secolo». «Sono stato un amico, certo, – ha detto Augias – ma anche un allievo di Scalfari. Quasi tutto quello che so di giornalismo l’ho imparato da lui».

Augias ha letto l’articolo di Castellina. Per Mauro Scalfari nel giornalismo è stato «un caposcuola» e un innovatore. Maraini ricorda che Scalfari «è stato un grande intellettuale ma anche un artista». Castellina ha spiegato di essere molto fiera del premio ricevuto e che «Eugenio sarebbe stato contento».

Mannocchi ha parlato di una «grande emozione» e, allo stesso tempo, di una grande responsabilità. «L’editoria vive un momento di difficoltà. Perché l’informazione sopravviva bisogna non demonizzare le nuove forme, i nuovi media ma comprenderli e utilizzarli in maniera costruttiva».

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